giovedì 21 marzo 2013

Asmodeus (Aeshma-dev: spirit al judecatii)




Asmodeus (in persana Aeshma-dev: spirit al judecatii)
 spirit malefic al culturii persane, preluat de catre evrei ca diavol, deformand termenul in Ashmedai (distrugator). In cartea lui Tobias este prezentat ca un diavol ce actioneaza asupra uniunii conjugale, considerat fiind un demon al poftei. Sara s-a casatorit de sapte ori , dar spiritul cel rau Asmodeus i-ar fi omorat sotii , inainte de a se fi unit cu ei, dar pana la urma este ucis de ingerul Rafael. In Testamentul lui Solomon, el apare jumatate inger, jumatate om si se ocupa cu distrugerea armoniei matrimoniale sau cu distrugerea frumusetii tinerelor virgine. Armele lui sunt luxul si nebunia care le induce in orice creatura. In Ammud ha-Semali al cabalistului Mosè ben Solomon ben Shim’on di Burgos, el este al saptelea inger cazut, cel mai puternic al lumii infernale. In Goetia , prima carte Lemegeton a lui Arthur Edward Waite,  Asmodai este unul dintre cei 72 de comandanti de demoni, unul din cei 9 cu titlu de rege, comandand personal 72 de legiuni; atribuie Inelul Virtutiilor, invata aritmetica, geometria, astronomia si mestesugurile, raspunde la intrebari sincer, il face pe om invincibil, dezvaluie si pastreaza locatia comorilor. Atunci cand sunt invocati , apare ca un om cu trei capete (unul de vitel, unul de berbec, si unul de om), cu o coada de sarpe, picioare de gasca si respiratie de foc, stand pe un dragon si tinand in mana o sulita.

giovedì 7 marzo 2013

Festa della Primavera! Martisor/ La "Vecchia Dochia"/ Matronalia




Martisor/ Matronalia
Per il popolo romeno il giorno di primo marzo è legato all’usanza del “martisor” (diminutivo di “martie” - marzo). La tradizione dice che il tempo primaverile ed estivo sara proprio come quello del 1° marzo. Le credenze popolari dicono che chi indossa il “martisor” sarà fortunato e in salute. Il filo intrecciato simboleggia il legame tra l'uomo e la donna, l'unione di due forze opposte, ma complementari. Il “mărțișor” viene portato vicino al cuore, attaccato al vestito.
 La tradizione del Martisor risale dai tempi antichi. Gli scavi archeologici effettuati in Romania hanno evidenziato la presenza di antichi "mărțișor" risalenti a 8000 anni fa. Questi erano in realtà piccole pietre di fiume dipinti di bianco e rosso, legate insieme con un cordoncino e portate al collo. Più tardi, si appese una moneta d'oro o un medaglione, con una funzione protettiva. Nei tempi antichi, il “martisor” era fatto di due linee di lana, una bianca e una rossa o nera, come simbolo delle due stagioni principali – inverno ed estate; il 1° marzo era l'inizio di un anno nuovo, un momento in cui la gente aveva bisogno di proteggersi dagli spiriti maligni con l’aiuto di un amuleto.  
Il “martisor” si porta fino alla fioritura delle rose o dei ciliegi, ai cui rami sono poi appesi.  Questo simbolo della primavera, si confeziona con dei fili bianchi e rossi, di cotone o setta, intrecciati in un cordoncino che si lega a forma di otto. A questo cordoncino si appende un ciondolo portafortuna, notevole perché può assumere le più diverse forme simboliche (un tempo monetine d´oro o d´argento, ma anche fili di erba, germogli o fiori; oggi fiori, animaletti, cuoricini, eccetera). Oggi l´usanza consiste nel donare questo ciondolino con il suo fiocco bianco e rosso a tutte le donne, dalle nipoti alle nonne, come augurio di buona fortuna, amore e di buon inizio di primavera. Nel nord della Romania, in Moldavia e in Bucovina, la tradizione vuole che anche gli uomini ricevano questo simbolo primaverile. Chi l’ ha ricevuto lo deve portare attaccato al petto vicino al cuore. Il bello di questa festa è la gioia che si sente in tutte le vie delle città, che per l´occasione, già dai primi giorni di febbraio si riempiono di bancarelle, dove è messa in vendita una svariata scelta di martisoare di diverse forme e colori. Il colore rosso, quello del fuoco, del sangue e del sole, era attribuito alla vita, quindi alla donna. Invece il colore bianco, che richiama la trasparenza dell´acqua e il bianco delle nuvole, era specifico alla saggezza dell´uomo. Questi colori, che adesso ritroviamo nel cordoncino del martisor, esprimono il legame inseparabile dei due principi, come il continuo movimento della materia, il ciclo della natura, con tutte le sue forze vitali. Alcune ragazze giovani le indossavano fino alla fine di marzo, quando legavano ai rami il filo con una moneta rossa sperando che tutti i loro desideri si avverassero.  Sotto l’albero si metteva formaggio fresco, pane bianco e vino rosso. Si credeva che in questo modo la ragazza avrebbe avuto una faccia bianca come il latte e liscia come la rossa.
La tradizione ricorda dell’antica Matronalia, la festa romana celebrata dalle donne in onore del Principio di fecondita' e prosperita'. La ceremonia iniziava nel bosco sacro dove le matrone (nell'antica Roma, donna maritata di alto rango) facevano offrande al sacro tempio di Giunone Lucina. I festeggiamenti terminavano con i doni che i marito facevano alle loro moglie, doni di fiori selvatici che crescevano nei boschi e campi.
 In antica religione romana , il Matronalia (o Matronales Feriae ) era una festa celebra. Giunone Lucina , la dea del parto (" Juno che porta i bambini alla luce "), e della maternità ( mater è "madre" in latino ) e le donne in generale. Nell'originale calendario romano tradizionalmente pensato per essere stata stabilita da Romolo, era il primo giorno dell'anno. Come il primo giorno di marzo ( Martius ), il mese di Marte , era anche il Feriae Martis .
La data della festa è stata associata con la dedicazione di un tempio a Giunone Lucina sul colle Esquilino intorno al 268 aC, ed eventualmente anche una commemorazione della pace tra Romani e Sabini . In quel giorno, le donne partecipavano ai riti al tempio, anche se i dettagli non sono stati conservati; poi, a casa, le donne riceverono diversi doni dai loro mariti e figlie; gli uomini dovevano offrire preghiere per le loro mogli. Inoltre, le donne erano tenute a preparare un pasto per gli schiavi domestici (che avevano un giorno di assenza dal lavoro), come gli uomini romani fecevano quando festeggiavano i Saturnalia .


La "Vecchia Dochia"
La Santa Martire Evdochia è festeggiata il primo Marzo nel calendario ortodosso.  Lei è stata una donna che ha visuto durante l’imperatore Traiano, in Libano, e dopo una vita pienna di peccati, si è pentita di tutto quello che aveva fatto e ha deciso di cambiare il suo modo di essere ; ha lasciato tutta la sua fortuna ai povveri e  ha continuato a vivere in una monastero commettendo diversi miracoli. Alla fine è stata ucisa per la sua credenza  in Cristo con la spada.
Secondo una leggenda proveniente dai nostri antenati, i Traci , che abbitavano nella regione della Romania e in tutta la regione dei Balcani,   le giornate dal 1 al 9 marzo sono conosciute come "babe" cioè "vecchie" e rappresentano l'arrivo della primavera perché in questi 9 giorni la Baba Dochia, la "Vecchia Dochia", che porta l'inverno, inizia a togliersi i 9 cappotti, uno al giorno, cosi lasciando spazio al caldo primaverile.La tradizione dice che ogni persona può scegliere un giorno tra questi 9 e come sarà il tempo in quel giorno cosi sarà il suo modo di essere durante l'anno, altri dicono che addirittura il tempo del giorno scelto preveda la prosperità o la mancanza di essa.Cioè, se il tempo è bello, la persona sarà solare e di buon umore e tutto le andrà bene, invece se sarà una giornata nuvolosa, la persona sarà meno allegra e non tutto andrà a meraviglia. La neve e la piogia prevedono ricchezza.Ora ci sono 2 modi per scegliere il giorno, o a caso, o in base alla data di nascita.
Secondo alcuni fonti, Dochia era la figlia di Decebalo, il re dei Daci -  i nostri antenati – provenienti dai Traci come etruschi nel nord dell’ Italia. Quando l’Imperatore romano, Traiano era stato in Romania per conquistarla, ha visto Dochia e s’innamoro’. Mentre le dava la caccia, Dochia cercò rifugio sui monti Carpati insieme al suo gregge per evitare di sposarlo. Li’ , la Donna della montagna, impietosita dalla fanciula la trasformo insieme al suo gregge in un gruppo di rocce, che esistono ancora nelle montagne.
Inoltre, il primo Marzo non è solo la festa del martisor, ma anche di Dochia, un´antica divinità che muore il primo e rivive il 9 marzo (l´equinozio di primavera nel vecchio calendario popolare). Dochia ricorda la Grande madre Terra e può essere associata con Diana e Giunone dei Romani e con Era e Artemide dei Greci.

La leggenda dice che la vecchia Dochia fosse una cattiva suocera, che il primo giorno di marzo mandò sua nuora in montagna a raccogliere fragole. Per strada, la ragazza incontrò un vecchio che le diede un mucchio di fragole. Nel vedere i frutti, la vecchia Dochia credette che fosse arrivata la primavera. Così indossò le sue nove pellicce (dodici in Moldavia e Bucovina), prese le pecore e andò sulla montagna. Il tempo tiepido le fece togliere le pellicce, una ad una. Ma il freddo e la pioggia arrivarono d´improvviso e la vecchia, insieme alle sue pecore, fu trasformata in ghiaccio, che divenne poi roccia. Così si sarebbe formata la roccia chiamata Babele (le Vecchie) delle montagne Bucegi. La tradizione dice che la vecchia Dochia, che scuote le sue pellicce piene di pioggia o neve, sia tuttora responsabile del tempo pazzerello dell´inizio di marzo.
Si dice che Baba Dochia è stata punita da Gesù perché si portava male con la sua nuora.Per farle un dispetto,l'ha mandata al fiume,in un giorno molto freddo d'inverno,per lavare,fino a diventare bianco,un gomitolo di lana nero.Poiché la lana non diventava bianca e le sue mani sanguinavano dal freddo, Gesù o un angelo ha visto la sua sofferenza.Così gli ha offerto un fiore rosso per aiutarla a svolgere il compito dato.Tornata a casa con il gomitolo bianco,disse alla madre di suo marito quello che era successo.Dochia era scettica per la storia ascoltata. Pensava che i fiori vengono da un amante,e non da Gesù.Inoltre,la comparsa dei fiori in pieno inverno la face pensare alla primavera,la stagione favorevole per portare le pecore al pascolo.Per questo motivo, Baba Dochia ha lasciato la montagna, rinunciò ai suoi cappotti e divenne pietra.
In passato, in quel giorno non si lavorava, tutto questo perche  i nostri antenati avevano fiducia nei poteri soprannaturali della Dochia , che permetteva a tutti un anno pienno di gioia , senza malattie e molta fortuna. Il periodo tra il 1 ° e il 9 marzo è il momento in cui si celebra il cammino della vecchia.   Dochia sta compiendo il suo destino con il suo gregge, per andare verso la rinascita. L’aspetto instabile del tempo di questo periodo si ritiene essere dovuto alla sua natura capricciosa.